L’ Istituto Dedalus organizza
gruppi di supervisione, sia nell’ambito di specifici progetti
formativi presso i singoli servizi che ne fanno richiesta, sia
presso la propria sede.
E’ convinzione sempre più diffusa che una buona copertura
dell’area formativa centrata sui contenuti specialistici non
esaurisce il bisogno di un’attività permanente di riflessione
sull’attività clinica e sui problemi legati alla gestione dei
casi, il bisogno di supervisione del singolo terapista ma anche
di un’intera équipe.
Accettare l’idea della supervisione è un segno della maturità di
un gruppo di professionisti, ciascuno dei quali sa (comunque ben
presto lo scoprirà) che un contesto come questo richiede la
disponibilità a mettersi in discussione, come persona e non solo
come operatore professionale.
In supervisione gli verranno
richieste:
a) la capacità di relativizzare e di mettere in discussione i
propri modelli di riferimento teorici e clinici;
b) la disponibilità a riflettere sui dati del proprio lavoro,
valutandolo;
c) la voglia di coordinarsi con gli altri cercandone la
collaborazione.
Gli obiettivi generali della supervisione possono essere così
definiti:
lo sviluppo di un linguaggio comune di tutti i partecipanti al
gruppo di supervisione;
una riflessione più distaccata sugli interventi effettuati;
costituire un luogo di espressione dei vissuti emozionali dei
terapisti.
La supervisione consente anche di contrastare il fenomeno del
burn-out, sindrome di cui spesso soffre colui che deve
intervenire sulle situazioni più gravi e nei contesti più
difficili, per il peso emotivo che deve sopportare e per i dati
di realtà con cui è costretto a confrontarsi. Il coinvolgimento
emozionale dei terapisti è spesso molto intenso; la drammaticità
delle situazioni, la sofferenza, determinano risposte affettive
forti e possono interferire profondamente con la loro vita
personale, oltre che con l’adeguato svolgimento della loro
attività professionale.
Lavorare confrontandosi in un gruppo e disporre di uno spazio
per la supervisione dei casi, segnala in tempo e contrasta con
efficacia il rischio legato a questi eccessi di coinvolgimento.
Determinante perciò è la funzione svolta dal gruppo di
supervisione, che si riunisce periodicamente con l’obiettivo,
per un corretto sviluppo del lavoro clinico, di permettere, a
coloro che seguono il caso, di trovare di volta in volta la
giusta distanza emotiva, di muoversi continuamente dentro e
fuori la vicenda emozionale della situazione.
La supervisione, inoltre, quando è fornita all’équipe di un
servizio, permette di evitare il prevalere della tendenza alla
frammentazione del caso tra i diversi operatori e le istituzioni
e le strutture coinvolte e di trarre tutte le implicazioni
necessarie alla messa a punto dell’impianto
organizzativo del servizio.
Per informazioni rivolgersi alla
segreteria
dell'Istituto. |